Alassio Magazine - page 29

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L’emozione di raccontare la mia città
EDITORIALE
di
MAGDA ROSSO
È
la storia di sempre, di quelli che tornano
dopo qualche tempo: dall’
Aurelia
arrivi all’altezza del
porticciolo Luca
Ferrari
, lo vedi dall’alto, da quella parete di
roccia scoscesa su cui giganteggia la scritta
hollywoodiana. Poco oltre la curva e subito
dopo, davanti agli occhi, la baia in tutto il suo
splendore:
emozione
.
Sono nata qui. Sì, qui ad
Alassio
, poco prima
che l’ospedale dove urlai al mondo il mio
arrivo venisse raso al suolo per cedere il posto
a una piazza e ai famigerati parcheggi. Qui
ho frequentato le scuole, il liceo e qui sono
cresciuta, qui ho mosso i primi passi nel mondo
del giornalismo in una redazione distaccata del
Secolo XIX (ops, non esiste più neanche quella).
Non è una biografia, ma qualche dato per
spiegare perché il progetto
Alassio Magazine
mi ha conquistato al primo istante: un magazine
della mia città, che mettesse in evidenza
tutte le
cose belle
che l’hanno resa grande tra le mete
turistiche di ieri e di oggi, ma anche
tutte le
persone eccezionali
che vi vivono e lavorano.
Impossibile non farsi trascinare dai ricordi.
Ricordo con emozione il primissimo articolo
a mezza pagina che uscì con la mia firma:
‘Grand Hotel, un sogno che ha vent’anni’. Erano
gli anni ’80 e il
Grand Hotel
era un edificio
abbandonato avvolto da edera e sterpaglie,
Alassio com’era e Alassio com’è e, in qualche
caso, anche come sarà. In questo numero c’è già
molto. Ci sono il suo
mare
e la sua meravigliosa
spiaggia
, i
progetti
per difenderla; c’è il
suo centro nevralgico, il
Budello
, il centro
commerciale a cielo aperto più lungo d’Europa.
Ci sono le
persone
, quelle che hanno portato
e portano
il nome di Alassio nel mondo
e
quelle che nel mondo hanno scelto Alassio
per vivere o trascorrere il proprio tempo libero.
In questo primo numero non poteva mancare
una persona che da qualche anno non è
più tra noi, ma che qui rivive attraverso i
ricordi delle sue figlie. Del resto, un giornale
dedicato ad Alassio non poteva non parlare
di chi, come
Mario Berrino
, ha contribuito
in maniera così netta a creare un mito,
quello di Alassio e della sua
dolce vita
.
E poi programmi, rubriche, eventi di ieri e di
domani per vivere tutto l’anno la
Città del
Muretto
.
Sì, in questo numero c’è già molto, ma
moltissimo è ancora da scrivere. Del resto,
questo è solo il primo atto della
bella
avventura
di Alassio Magazine, che nel tempo
permetterà di scoprire quanto sia splendida
non solo a chi non la conosce ancora, ma
anche agli alassini, di ricordare quanto sia
speciale la mia, la loro città.
abitato da roditori e colonie di insetti. Non posso
spiegarvi la gioia che mi dà poter scrivere oggi
di un Grand Hotel restituito a nuova vita e fasti.
Ricordo ragazzi e ragazze, compagni e
compagne di scuola, di serate in discoteca o
partitea tennis, amicheeamici della ‘compagnia’.
Oggi scrivo di loro e di come, realizzati nella
vita, hanno creato realtà professionali ben
oltre i confini della
Città degli Innamorati.
Ricordo persone che oggi non ci sono più,
ma che resteranno per sempre nel cuore degli
alassini per comehanno legato indissolubilmente
il proprio nome a quello di Alassio.
Un magazine della mia città,
che mettesse in evidenza
tutte le cose belle che
l’hanno resa grande tra le
mete turistiche di ieri e di
oggi, ma anche tutte le
persone eccezionali che
vi vivono e lavorano
© Marina Caccia
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