Alassio Magazine - page 33

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È stata la prima volta che sono rimasto da solo,
ma devo dire che la malinconia è durata appena
un giorno tanto mi è piaciuta Alassio sin da subito.
L’anno seguente, infatti, ho convinto i miei a sce-
glierla di nuovo come località di mare per le no-
stre vacanze, e da lì abbiamo continuato a tornarci
spesso. La mia ‘frequentazione’ dura ormai da
quasi cinquant’anni. Il prossimo anno, magari, si
potrebbe festeggiare questo bell’anniversario con
una targa
(ride, ndr)
»
.
A proposito di riconoscimenti, nel 2008 le
è stato assegnato l’Alassino d’Oro. Ha un
aneddoto particolare da raccontarci legato
a quell’occasione?
«È stato un momento davvero emozionante, che
ricordo ancora oggi. È stato importante per me,
Alassio è stata la prima città a donarmi un rico-
noscimento simile. E mi sono state consegnate
anche le chiavi della città, che custodisco gelo-
samente. Alassio la sento un po’ come casa mia.
Devo dire che il 2008 è stato un anno particolare
non solo per me, ma anche per la manifestazione
stessa. A vincere fu Paolo Giordano con ‘La soli-
tudine dei numeri primi’, un libro che mi ha colpito
moltissimo e credo sia stato uno dei romanzi che
ha riscosso più successo negli ultimi anni».
C’è qualche altro libro, o autore, che le è ri-
masto impresso nel corso degli anni?
«Sicuramente Francesco Biamonti, nel 1998, con
il suo ‘Le parole la notte’: un intellettuale vero, un
po’ schivo, un personaggio particolare, fuori dalla
norma, davvero interessante. Vorrei citare anche
Simonetta Agnello Hornby con ‘La mennulara’ del
2003. Il premio Alassio Centrolibri, per uno come
me, che lavora in un ambito nazionalpopolare,
rappresenta un’occasione per conoscere tutti i
grandi protagonisti della cultura italiana degli ulti-
mi vent’anni. Presentandolo, ho avuto la possibili-
tà di entrare in contatto con loro. Il mio lavoro non
me l’avrebbe mai concesso e mi ha fatto immen-
samente piacere vedere che questo ambiente in-
tellettuale si è affidato a me per presentarlo. È un
grande onore».
Cosa pensa dell’evoluzione del premio?
«Il fatto che sia votato da professori italianisti pro-
venienti dalle principali università europee gli con-
ferisce un ampliamento di spettro e di orizzonte
che altri premi letterari non hanno. Questa gran-
de intuizione di Alassio di aprirsi all’Europa è un
segno distintivo, che ha saputo rendere il premio
ancora più unico. Alassio ha capito l’importanza
dell’Europa prima che l’Europa diventasse una
realtà per tutti noi. Il premio letterario, con la sua
tendenza a guardare al mondo, è la dimostrazio-
ne di come le cose buone, i libri, la cultura, le pa-
gine belle, non abbiano alcuna frontiera. E in un
mondo come il nostro, è un bellissimo messaggio
da trasmettere a tutti».
Con Mike Tyson durante la trasmissione Little Big Show
Con Alfonso Signorini e Mara Maionchi
Con Nathalie Caldonazzo
© Vincenzo Di Cillo
© Vincenzo Di Cillo
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