Alassio Magazine - page 34

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cover story
alassio magazine
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Con Rudy Zerbi e Maria De Filippi
in giuria a Tú sí que vales
Con Giovanni Bogliolo
© Andrea Ciucci
Questa grande
intuizione di Alassio
di aprirsi all’Europa è
un segno distintivo,
che ha saputo rendere
il premio ancora più
unico. Alassio ha
capito l’importanza
dell’Europa prima che
l’Europa diventasse
una realtà per
tutti noi. Il premio
letterario, con la
sua tendenza a
guardare al mondo,
è la dimostrazione di
come le cose buone,
i libri, la cultura, le
pagine belle, non
abbiano alcuna
frontiera
Ha qualche consiglio per il futuro?
«Il premio vive della sua storia. Si svolge in una
piazza importante senza mai rivolgersi solo agli in-
tellettuali, anzi: è un regalo che viene fatto a tutti,
coinvolgendo appassionati di letteratura e non, dai
più piccoli ai più grandi. Devo dire, però, che mi pia-
ceva molto la connotazione salottiera in stile inglese
di quando la finale si teneva nel tardo pomeriggio,
perché secondo me un salotto letterario dovrebbe
sempre avere il profumo di una buona tazza di tè.
Ora, invece, si svolge di sera, ma credo sarebbe
bello recuperare la tradizione pomeridiana, orga-
nizzandolo magari all’imbrunire, perché una mani-
festazione del genere non ha bisogno di una ‘prima
serata’, ce ne propone già troppe la tv
(ride, ndr).
In
ogni caso, questo premio è capace di animare la
città, e non solo in estate ma tutto l’anno, grazie a
incontri con autori e presentazioni di libri. Se fosse
possibile, intensificherei maggiormente queste atti-
vità, così da connettere ancora di più la serata finale
con gli altri appuntamenti che si svolgono nel resto
dell’anno. Farei accadere tante altre cose attorno al
premio. Più che un consiglio, comunque, questa è
una sottolineatura di quello che il Comune sta già
facendo per tenere vivo il premio tutto l’anno, per-
ché la letteratura è fondamentale per la crescita del-
la comunità. Negli ultimi periodi, purtroppo, siamo
stati anche testimoni di uno ‘scontro’ tra Saloni del
libro; non sono un intellettuale e non mi permetto
di avanzare osservazioni, ma credo che la cultura
abbia bisogno di tutto tranne che di persone che si
mettono a litigare. L’unico consiglio che mi sento di
dare a tutto l’ambiente dell’editoria italiana, quindi, è
di fare sistema, di connettersi. Solo così tutti i premi
letterari assumeranno sempre più importanza, altri-
menti rischieranno di svuotarsi».
Qual è il suo rapporto con il mare?
«Mi considero abbastanza ‘acquatico’. Sono nato
nelle risaie e ricordo ancora adesso lo stupore dei
miei occhi quando videro il mare per la prima volta.
Nel mio dna ci dev’essere sicuramente qualcosa
che mi lega fortemente all’acqua. Sono attratto da
tutti i luoghi in cui ci sono un fiume o un lago, per-
ché mi trasmettono un senso di vita, di serenità.
Mi piace frequentare il mare anche in autunno e
in inverno, durante giornate più cupe, non solo in
estate. Credo abbia la capacità di salvare tutte le
connotazioni che in altri luoghi sarebbero brutte».
Se dovesse definirla con una frase, per lei
Alassio sarebbe...?
«Una piccola grande città. Anzi, una piccola capi-
tale d’Europa. È nata dagli inglesi, è amata dai te-
deschi, è frequentata dai russi e anche dai francesi.
Alassio è una bella calamita per la nostra Europa».
Baci di Alassio o focaccia?
«Difficile scegliere... Diciamo che inizio la mia gior-
nata ‘pucciando’ la focaccia ligure nel cappuccino,
amo questo contrasto tra dolce e salato, e la finisco
in uno dei vostri bar storici con un bel bacio e un
caffè. Non mi faccio mancare né l’una né l’altro».
Un’ultima domanda: ricorda qualche concor-
rente ligure ospitato nei suoi programmi?
«Sì, e credo sia successo anche recentemente. L’ul-
timo è stato un ragazzo che faceva il bagnino pro-
prio ad Alassio, se non sbaglio. Aveva partecipato lo
scorso anno a Caduta libera, che riprenderà dall’11
settembre su Canale 5, e durante la trasmissione
abbiamo parlato anche del premio Alassio Cento-
libri. Devo dire che non perdo occasione per par-
larne, perché sono molto legato alla manifestazione
e alla città. Quando da ragazzino andavo a vede-
re il Muretto non avrei mai pensato che un giorno,
proprio sotto la statua degli ‘Innamorati’, ci sareb-
be stata anche la mia firma. Se me l’avessero detto
all’epoca, non ci avrei mai creduto. E invece oggi è
proprio così e significa moltissimo».
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