Alassio Magazine - page 72

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l’intervista
alassio magazine
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organizzato un trasporto ad hoc con l’elicottero.
Proprio altri tempi. Ho vissuto questi momenti con
grande emozione ed entusiasmo. Sono ricordi di
un’Italia che non c’è più, e rappresentano la storia
della nostra Alassio. Sarebbe bello ritornare agli
anni ’50, sarebbe bello ritrovare quello spirito per
affrontare al meglio questi tempi difficili».
La sua vera passione, però, era la pittura.
«Non riusciva a stare lontano dai pennelli: anche
quando il Caffè Roma assorbiva ogni minuto e
ogni energia, lui trovava il tempo per i suoi quadri.
E quando si prendeva qualche giorno di vacanza
lontano da Alassio, dopo poco iniziava a dire che
gli prudevano le mani, che gli mancavano i suoi
pennelli. Grazie alla sua pittura, è riuscito anche ad
aiutare tante persone».
La sua è stata davvero una produzione importan-
te: vele, marine, spiagge… I colori del mare e quelli
caldi della terra. Cinquant’anni di attività che an-
cora riempiono le pareti della galleria affidata da
sempre alle cure della figlia Angela.
«Abbiamo voluto lasciare tutto come lui l’aveva
pensato
– spiega Angela –
i suoi pennelli, il cartello
‘torno subito’ che aveva fatto alla sua maniera. Allo
stesso modo, ci prendiamo cura del Muretto, con-
trolliamo regolarmente che le piastrelle non siano
danneggiate o che, peggio, non vengano rubate, ci
coordiniamo con il Comune per le nuove aggiunte.
La vita va avanti e credo che papà sarebbe con-
tento di vedere che il suo Muretto continua a vivere
e a crescere».
Tanti hanno firmato la piastrella, tanti hanno
conosciuto Mario e tantissimi continuano a
ricordarlo. Cosa provate davanti a queste
manifestazioni di stima e affetto?
«È la cosa che più ci fa piacere. Vedere il ricordo
che ha lasciato non solo in noi, ma nei personaggi
che ha conosciuto nella sua vita. Aveva davvero
tanti amici, persone che gli volevano bene. Piero
Chiara, Mario Soldati e Chino Bert, solo per citare i
primi che mi vengono in mente, hanno scritto cose
meravigliose su di lui».
La sensazione è di parlare di una persona che, da
un momento all’altro, può entrare dalla porta. E in
qualche modo un po’ me lo aspetto.
«Vivere con Mario
– è il ricordo della moglie Rosal-
ba –
è stato meraviglioso: un uomo sempre sereno
e allegro, sorridente e affabile. Vedeva soluzioni e
non problemi».
«Come quando stava cercando l’idea per decora-
re la scatola dei baci di Alassio
– aggiunge Ange-
la –
proprio non gli veniva. Poi, una sera è uscito
a cena, nel piatto due belle acciughe fritte. Le ha
posizionate con le bocche a contatto a simulare il
bacio, ed ecco l’idea dei due pesciolini innamora-
ti destinati a diventare simbolo dei baci, del Caffè
Roma e forse un po’ anche di Alassio, Città degli
Innamorati».
«Come tutte le persone buone, quando si arrabbia-
va diventava una furia
– le fa eco Luisella –
aveva
appena finito un mio ritratto, l’unico che mi avreb-
be mai fatto, e non ricordo per quale motivo lo feci
infuriare. Spaccò la tela direttamente sul ginoc-
chio… Un minuto dopo, però, la stavamo rimet-
tendo insieme e, ovviamente, l’ho ancora adesso
in casa, in qualche punto si vede la crepa, ma è un
ricordo che conservo gelosamente».
Com’è Alassio oggi, senza Mario?
«Alassio continua a essere una bella città, se lui per
incanto tornasse, si troverebbe perfettamente a suo
agio: la galleria, la sua panchina… ritroverebbe tutto
ciò che amava, non manca nulla».
Manca la sua Fiat 500 Ghia Jolly, coi sedili in vimini,
rossa fiammante e interamente scoperta, parcheggia-
ta davanti al Caffè Roma a indicare che lui, Mario, è in
città…Vederla ogni tanto davanti alla galleria fa saltare
il cuore in gola. Ma in fondo ha ragione Luisella: Mario
è ancora qui ad Alassio, Mario è Alassio.
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I
Nei suoi quadri c’è
passione, un amore
della vita e un sorriso
quasi introvabili nella
quotidianità di oggi.
Personalità forte e
solare, per lui gli anni
non passano
e lo slancio che anima
ogni sua azione
lo trasfonde
nelle sue tele.
La sua è una pittura
genuina, fatta di
colore e di calore,
che affascina i puri
Il vecchio mulino dove dipingeva
Chino Bert
Mario e le sue donne: Marina, Luisella, la moglie Rosalba e Angela, ricevuti in Comune per i suoi ottant’anni
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