Alassio Magazine - page 71

alassio magazine
l’intervista
v
69
«
Nell’immediato dopoguerra razionavano
le materie prime e agli esercizi pubblici
si davano quantitativi direttamente pro-
porzionali alla loro importanza. Quando
papà si recò a ritirare la dose riservata al
Caffè Roma, scoprì che gli spettava ben
poca cosa rispetto ad altri… Tornò a casa molto
colpito e disse: un giorno saremo quelli a cui ne
daranno di più. Fu quella la scintilla che spinse lui,
con tutti i fratelli, a impegnarsi al massimo. Era di-
ventata una sfida»
.
È Luisella Berrino, indimenticabile voce di Radio
Montecarlo, a raccontare papà Mario, insieme
alla sorella Angela, alla mamma Rosalba e al figlio
Francesco.
«Probabilmente non immaginava cosa sarebbe di-
ventato il Caffè Roma per tutti noi e per Alassio, ma
sicuramente lavorò tantissimo perché funzionasse
e perché il suo successo fosse un po’ il successo
della città».
A sei anni dalla scomparsa, il Comune gli intitolerà i
giardini alle spalle del suo Muretto, ma non c’è ato-
mo, granello di polvere o molecola di ossigeno ad
Alassio che non sia legato indissolubilmente a lui,
l’inventore del Muretto, della Gran Cagnara, colui
che più ha contribuito a fare di Alassio il riferimento
del jet set internazionale.
«Quella del Muretto fu un’intuizione –
ricorda Luisel-
la –
Quel muretto davanti al Caffè Roma era davvero
brutto, trascurato, e a papà venne l’idea di decorar-
lo con delle piastrelle colorate… iniziò con qualcuna
quasi di nascosto, temendo che il Comune avesse
da obiettare. Erano quelle firmate da Hemingway,
dal Quartetto Centra e da Cosimo Di Ceglie. Nes-
suno disse nulla e a quelle prime piastrelle se ne
aggiunsero molte, molte altre. Quel muretto brutto
e un po’ sconnesso divenne il Muretto di Alassio»
.
L’idea di farci sfilare le Miss venne ancora
dopo…
«Era l’estate del 1953. Miss Muretto era la ragazza
acqua e sapone, quella che potevi incontrare sulla
spiaggia di Alassio. Nonostante il mutare dei tempi
e dei canoni di bellezza, abbiamo sempre cercato
di rimanere fedeli a questa filosofia, in autonomia,
e di differenziarci soprattutto rispetto a Miss Ita-
lia. È stato bello riportare la sfilata sul Muretto per
l’ultima edizione, credo che mio padre ne sarebbe
stato contento. Dopo anni mi sono seduta sul mu-
retto, con l’aperitivo, come si faceva una volta…
E ho detto a mia sorella Angela: non siamo sole,
papà è con noi…».
Però, su quel muretto manca la tua firma.
Come mai?
«Nessuno di noi ha mai firmato la piastrella. Quan-
do ci chiedono come mai manchi la firma di papà,
come ha ricordato il professor Quaglieni in un bel-
lissimo articolo a lui dedicato, noi rispondiamo:
“Perché il Muretto stesso è la sua firma”. Perso-
nalmente, mi gratificava di più sapere che aveva
appeso vicino alla tela una vecchissima radiolina a
transistor, tenuta insieme dal nastro adesivo, così
mentre dipingeva mi ascoltava. Quella vecchia ra-
diolina ora è a casa mia, tutta piena di ditate di
colore; non credo funzioni più, ma lo considero un
ricordo meraviglioso».
D’altra parte, di aneddoti ce ne sono amigliaia…
«Diciamolo francamente: lui si divertiva. Lo vedevi,
iniziava a sorridere e nella sua testa c’era già l’idea,
compresi tutto il marketing e la comunicazione.
Al punto che, oggi, anche a noi viene difficile dire
dove finisce la vera storia e dove inizia la ‘leggen-
da’. Sapeva come attirare l’attenzione e sapeva
come far divertire la gente, era davvero un ottimo
comunicatore, in un’epoca in cui il concetto di co-
municazione, inteso come lo si intende oggi, non
esisteva. Non aveva il cellulare, non un computer e
neanche l’email… erano cose che non gli interes-
savano, era il suo modo di essere libero. Forse an-
che perché sapeva che c’eravamo noi a occuparci
della quotidianità. Si fidava, era sereno, libero».
Tutti voi eravate al centro di questo periodo
magico.
«Ricordo ancora l’emozione quando, dal primo pia-
no del Caffè Roma, mi lasciò assistere alla sfilata
della Gran Cagnara. Con Carlo Tomagnini, all’epo-
ca assessore al Turismo di Alassio, ne hanno com-
binate di tutti i colori: come mettere a bordo degli
schiacciasassi piloti come Hunt, Regazzoni, Ago-
stini… Ricordo che Clay disse che con quel mez-
zo sarebbe stato imbattibile su qualsiasi circuito.
Ci fu un contrattempo, sembrava che Hunt non ri-
uscisse ad arrivare in tempo… detto fatto, venne
di MAGDA ROSSO
foto ARCHIVIO FAMIGLIA BERRINO
Dall’alto: James Hunt ad Alassio per la
sfida sugli schiacciasassi; Ornella Vanoni
e Walter Chiari sul palco del Caffè Roma
1...,61,62,63,64,65,66,67,68,69,70 72,73,74,75,76,77,78,79,80,81,...148
Powered by FlippingBook