Alassio Magazine - page 80

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il protagonista
alassio magazine
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mo puntato, da un lato, sul dare continuità agli eventi
della tradizione, i punti fermi della programmazione, e,
dall’altro, sul sostenere le iniziative dei privati e delle as-
sociazioni con le quali abbiamo subito cercato di avvia-
re un dialogo il più possibile fitto e vitale. L’obiettivo era
fare in modo che ogni giorno, ogni fine settimana, ad
Alassio ci fosse qualche evento. Fare di Alassio la città
più viva della Riviera. Non volevo cambiamenti drastici,
non sono mai positivi. Alassio aveva una tradizione di
appuntamenti per bambini e famiglie che non abbia-
mo voluto variare, ma abbiamo cercato di aggiungere
qualcosa per i giovani. Mi piaceva l’idea di portarli a
ballare sulla spiaggia, di usare e rilanciare spazi splen-
didi e fino ad allora poco o per nulla utilizzati, come il
porto Luca Ferrari, come alcune spiagge del litorale o
lo stesso Parco San Rocco, sempre meno teatro di
eventi di rilievo. Mi piaceva l’idea che questa fosse una
città dove tutto è possibile, dove si possono organiz-
zare tante iniziative, anche le più curiose, come la sfida
sulle fat bike – specialità ciclistica con ruote ‘grasse’
per far presa su neve e sabbia, dove i campioni inter-
nazionali di ciclismo di tre specialità (strada, pista e
mtb) si sono sfidati sulla spiaggia – come i Campiona-
ti assoluti di enduro, come l’incontro di polo, sempre
sulla spiaggia. Nasce così il Footgolf, dove ex calciatori
– nomi di primo piano del panorama calcistico nazio-
nale – si sfidano sulla spiaggia in un’inedita gara di golf
calciato. Nascono così anche la Canotto Race, che si
replica quest’anno, Dritti all’Isola e gli Adrenaline Days,
con special guest Vittorio Brumotti. E nascono così
appuntamenti lifestyle come il raduno dei Riva in porto
ad Alassio, quello delle Rolls-Royce e l’evento Pininfa-
rina: indimenticabili e preziosi per l’immagine di Alassio
che hanno proiettato sui media locali e per il riscontro
di pubblico registrato. E poi abbiamo voluto rendere
Alassio una città più ‘social’, incentivando tutto il setto-
re informatico, svecchiando il sito internet e attivando i
vari canali social, davvero seguitissimi e molto interatti-
vi. Parallelamente, abbiamo riorganizzato gli uffici cre-
ando uno sportello unico aperto sette giorni su sette».
Come nasce la Festa dei Colori?
«Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare dell’Arena
Carneval. Negli anni Ottanta era l’evento più coinvol-
gente dell’estate alassina. Più coinvolgente perché tra-
scinava tutti: turisti, cittadini, bagni marini, pubblico…
chi vi prendeva parte sfilando in maschera, chi veniva
ad Alassio solo per assistere allo spettacolo. L’aria di
festa si respirava già giorni prima, quando fervevano
i preparativi, le spiagge si organizzavano, creavano i
costumi, tutti rigorosamente a tema, e molto spesso
allestivano i carri allegorici. Per anni si è cercato di far-
lo rivivere, ma senza successo. Quello che abbiamo
creato è una versione moderna dell’Arena Carneval,
dove tutti possono partecipare perché è semplice
‘mascherarsi’. Partecipa la città con le vetrine e con
gli addobbi, partecipano gli alassini e partecipano
i turisti, che con poco riescono a calarsi nel ‘colore’.
Anno dopo anno, la Festa dei Colori riscuote sem-
pre più successo e si conferma la manifestazione
clou dell’estate: un evento della gente per la gente».
Turismo e sport sono due settori distinti o due
facce della stessa medaglia?
«Per una città che, come Alassio, ambisce a una sta-
gione turistica di dodici mesi, sono sicuramente due
facce della stessa medaglia. Con un clima e un out-
door come quelli alassini, lo sport e gli eventi sportivi
sono la soluzione ideale per destagionalizzare. Ci sono
poi manifestazioni sportive che sono un vero boome-
rang turistico: il Giro d’Italia, ad esempio, che abbiamo
potuto ospitare grazie a una fattiva collaborazione con
i comuni di Laigueglia e Andora. Il Giro d’Italia in Rosa
ha addirittura permesso di far scoprire nuovi percor-
si molto interessanti sotto il profilo tecnico sportivo e
paesaggistico, come l’arrivo al Santuario della Madon-
na della Guardia, da cui parte anche la Gran Fondo
Alassio, che, da quattro anni, porta nella Città del Mu-
retto oltre 1500 partecipanti. Per quanto riguarda l’indo-
or, il PalAlassio è sempre aperto alle associazioni alas-
sine, ma anche agli eventi e alle gare nei fine settimana:
combattimento, pugilato, ballo, pattinaggio, tiro con
l’arco, bocce e, ovviamente, pallacanestro e pallavolo.
Accanto al palazzetto stiamo costruendo un altro cam-
po polivalente, che sarà coperto da un pallone presso-
statico, per rispondere a tutte le richieste e ospitare tut-
te le date e gli allenamenti delle diverse associazioni».
Quest’anno Alassio è anche Città europea dello
Sport. Come nasce l’idea e cosa significa per
voi?
«Quando abbiamo saputo della possibilità di candidar-
ci, abbiamo colto l’occasione al volo, anche se c’era
un margine di rischio di vederci respingere la richie-
sta. In realtà è andata meglio del previsto. Abbiamo
avviato subito i lavori per ammodernare le palestre e
la piscina coperta, per ripristinare i campi all’aperto,
e abbiamo concluso quelli allo Stadio Ferrando. Un
grosso investimento è stato attuato sull’outdoor e sulla
sentieristica, dove ci siamo affidati a un track builder
per la manutenzione dei percorsi e per la realizzazione
di una cartina, strumento prezioso per il trekking e gli
appassionati di mountain bike. Ci siamo riappropriati
della nostra collina e abbiamo ampliato ulteriormen-
te gli spazi destinati agli sport all’aria aperta. Alassio
è la città turistica dove è più bello praticare sport e i
risultati, per quanto attiene ai flussi di visitatori, si stan-
no facendo sentire. I numeri sono in netta ripresa».
Per cosa vorresti essere ricordato?
«Per l’impegno, per essere stato l’assessore che ha
dato spazio alle associazioni, che ha saputo ascoltare
e che aveva voglia di fare piuttosto che di apparire».
Cosa ami di più della tua città?
«Mi piace perché è sicura, perché in piccolo c’è tut-
to. Non vorrei essere frainteso, ma mi piace perché è
diversa da tutte le altre: ha storia, fascino e classe, e
forse un’aura un po’ snob che la rende ancora più af-
fascinante. Ma è una città di gente semplice, consape-
vole di vivere in un posto speciale, unico».
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Alassio ha storia,
fascino e classe,
e forse un’aura
un po’ snob che
la rende ancora
più affascinante.
Ma è una città di
gente semplice,
consapevole di vivere
in un posto speciale
Enzo Canepa e Simone Rossi
La presentazione della bandiera
di Città europea dello Sport
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