Alassio Magazine - page 109

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icono che l’olfatto sia, tra i sensi,
quello più strettamente legato alla
sfera della memoria. Pare quindi
che il ricordo connesso a un odo-
re, un profumo, sia praticamente
impossibile da dimenticare.
Il mio ricordo di bambina è quello di una piccola
bottega nel Budello di Alassio, dove la mamma mi
mandava a comprare il caffè. Ricordo i gradini da
scendere, il banco in fondo, un’intera parete quasi
del tutto occupata da altissimi contenitori di vetro
colmi di chicchi di caffè, mentre dall’altra parte ca-
ramelle di mille colori e forme erano ordinate in invi-
tanti sacchetti. Ma, soprattutto, ricordo il profumo:
l’aroma del caffè, reso zuccherino forse proprio da
quei deliziosi sacchetti, riempiva l’aria, sembrava
di poterlo toccare tanto era intenso e persistente.
Pareva seguirmi anche quando, col pacchettino di
caffè tra le mani, correvo a casa.
«Era la Bottega del Caffè, forse il primo punto di
degustazione e vendita al dettaglio del caffè mono-
marca che mio padre aveva aperto. Perché comun-
que tutto ebbe inizio grazie a lui, mio padre».
Pierpaolo Pasqualini, che con il fratello Andrea oggi
sta sviluppando l’azienda di famiglia, certo non di-
mentica le origini.
«Mio padre, Piero, ha imparato in anni di lavoro a
conoscere i tipi di caffè, le miscele, gli aromi. Ha im-
parato come venditore a comprendere le differenze
rispetto alle origini e alla provenienza, rispetto alle
stagioni, ai tipi di tostatura e al grado di maturazio-
ne. È stato grazie al suggerimento di un crudista,
che aveva compreso di aver di fronte una persona
davvero competente, che nacque la prima torrefa-
zione».
«Già allora
– continua Pierpaolo –
si puntava molto
sulla qualità, su ottime materie prime e su una mi-
scela che mio padre aveva messo a punto. Ancora
oggi ci sorprendiamo del suo palato, della sua ca-
pacità di individuare vizi e virtù di una miscela».
Negli anni ’90 nasce il marchio Pasqualini, con
un’immagine rinnovata ma anche un ulteriore
affinamento di prodotti e miscele…
«Si è fatta una scelta coraggiosa ma premiante.
Abbiamo puntato tutto sulla qualità, sotto ogni
aspetto. In primis, ovviamente, la miscela: primis-
sima scelta di caffè provenienti dal Centro Ame-
rica, selezionati a mano, tostati separatamente e
solo in seguito miscelati. Volevamo distinguerci e
volevamo che il nostro caffè fosse di chi a sua vol-
ta si voleva distinguere. Abbiamo curato gli imballi,
inserito prodotti satellite, sempre di altissima qua-
lità, mantenendo costi in linea con quelli dei top di
gamma e fornendo un’immagine di stile e dinami-
smo molto differente rispetto a quella della torre-
fazione classica. Abbiamo cercato nuovi mercati.
Negli anni abbiamo registrato una crescita costan-
te, rifornendo multinazionali per le quali producia-
mo private label, prodotti a marchio: brand molto
noti e presenti in tutto il mondo».
Un’altra data importante è quella, più recen-
te, del 2014.
«La vecchia torrefazione, a Villanova d’Albenga,
non riusciva più a contenere materie prime e pro-
duzione. In quell’anno ci siamo trasferiti a Cisano
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